Companion Piece

Di questo romanzo di Ali Smith ho ammirato il senso del presente, il becco del chiurlo, e la traduzione di Francesca Aceto (Coda)

Quando ho iniziato a leggere Companion Piece, mi era appena arrivata una mail dall’Università di Aberdeen sui graduate illustri del corso di laurea in inglese ed ecco Ali Smith. Di conseguenza quando la letterata protagonista del romanzo ha ricordato gli anni dell’università, ho dovuto immaginarla all’Università di Aberdeen, ma non nel Meston building dove stavo io, a informatica (cringe).

Parliamo del chiurlo.

Il chiurlo nidifica a terra, quindi la sua prole appena nata è già piuttosto indipendente e scappa a nascondersi dai predatori, che sono principalmente la volpe, il corvo e la mietitrebbia. In effetti esistono organizzazioni benemerite che collaborano con agricoltori benemeriti, in modo da trebbiare non il nido ma attorno. E’ molto divertente seguire le webcam dei nidi dei chiurli, perché per settimane non accade niente, il sole sorge e tramonta sul chiurlo che cova, il chiurlo fa il suo verso, e sorge e tramonte il sole, ogni tanto arriva il partner a dare il cambio. E’ evidentemente una beatitudine essere chiurlo che cova al sole che tramonta (se non passa la mietitrebbia). Poi le uova si schiudono e ZUM i piccoli chiurli iniziano quasi a subito a correre di qua e di la come pazzi e ZUM passano davanti alla webcam, qualche volta danno anche un’occhiata in camera. Sono piccini, spavaldi, il becco ancora corto. Per questo trovare un dolce piccolo chiurlo, solo in un nido appena predato da una poiana, bisognoso di imbeccata, è un po’ strano ma lo accettiamo, lo accettiamo perché il chiurlo è in via di estinzione e quindi accettiamo qualsiasi chiurlo, ci basta che sia chiurlo.

L’ultima volta che ho visto un chiurlo è stato l’estate scorsa alle Azzorre, su una spiaggia putroppo antropizzata di Pico. Un chiurlo minore, non sono riuscita a capire se eurasiatico o americano, perché non si mai alzato in volo. Rimarrò con la curiosità, che è comunque piacevole, per la possibilità. Il chiurlo precedente l’avevo visto a Orti Bottagone, vicino a Piombino, in volo tre chiurli verso il mare di sera. Il chiurlo ancora precedente ad Aberdeen, nell’estuario di Forvie, un pomeriggio piovoso di febbraio. A Forvie la pioggia è sempre garantita ogni giorno dell’anno, ma i chiurli no.

Il primo chiurlo delle vita invece a Laugharne, alla Boat House di Dylan Thomas. Era stata una cosa pianificata.

Four Curlews, Guy Taplin