La contraerea

E’ inutile tirarla per le lunghe, il revival della tv delle ragazze mi ha causato noia, disagio, imbarazzo e anche angustia.

Probabilmente non sono più capace di guardare la televisione, prima o poi doveva succedere, dopo tanti anni di videodipendenza certificata dal mio pediatra già nei primi anni Ottanta. Caro pediatra, sono guarita! Quattro ore di tv filata non le reggo più. Le musichine allegre, gli stacchetti ripetitivi, gli ospiti edificanti, le canzoncine in playback. Mi addormento con la testa contro il termosifone di ghisa.

Per quanto riguarda il disagio, io scusate ma nella mia costruzione identitaria ho una identificazione di genere molto blanda. Perciò un tipo di comunicazione che si appella esclusivamente a quello che sono, invece che a quello che faccio o che penso, non passa. Sono lì, mi chiedo, ma questa starà parlando con me? Oddio forse si, il cromosoma, cosa ci dovevo fare col cromosoma, non me lo ricordo più, povera me.

L’imbarazzo è stato più che altro artistico. La vecchia guardia è sempre godibile, anche se non più rivoluzionaria, ma le nuove leve non fanno ridere. Sostanzialmente ho riso solo con la Annagaia  Marchioro e con Paolo Camilli. Camilli non solo è capace di piangere con metà faccia, ma fa anche dei giri niente male, ho indagato e ho scoperto che infatti ha studiato danza moderna e ha anche vinto un sacco di gare rock’n’roll acrobatico.

L’angustia sotterranea è culminata nella Michela Murgia che guardandomi dritta in faccia, con un sorrisetto beffardo, ha condannato la mia infanzia e i miei studi accademici. Che brutta sensazione. Dopo ho dormito, ma male.

Cioè in sintesi secondo la Murgia alla bambina devono essere presentate eroine femminili nelle quali identificarsi. L’immaginario occidentale non va bene, lo buttiamo perché è patriarcale, le bambine costrette a identificarsi con protagonisti maschi, poverine.

Ora, questa è una breve lista di alcuni eroi della mia infanzia (ce ne sono molti altri ma è per farvi un’idea)

Actarus
la Principessa Zaffiro
il Colonnelo Hogan
Heidi
Lady Oscar
Capitan Harlock
Atreju della Storia Infinita
l’Uomo Tigre (che lotta contro il male)
Candy Candy
Anna dai capelli rossi
Donovan dei Visitors
Michael Knight di Supercar
Bonnie di Supercar
Jenny la tennista e anche l’allenatore Munakata

Quello che si nota, io credo, è il notevole assortimento di generi, espressioni di generi, professioni, hobby, luoghi di provenienza e mezzi di trasporto, nonché le insolite intersezioni tra gli stessi. A me pareva una buona cosa, come mi è stato confermato poi all’università sguazzando nei cultural studies.  E invece no, secondo la Murgia io non sono altro che una vittima del patriarcato.

harlock

(il mio armadietto dell’asilo, lo ricordo benissimo, conteneva un asciugamano, una action figure gommosa di Goldrake e una del capitan Harlock)

Razionalizzando, lo so che la Murgia ha semplicemente voluto fare un intervento facile, di impatto, per portare avanti un discorso femminista semplificato, esattamente come qualche mese fa con Morgana.

Il fatto è che queste incursioni dei miei safe space identitari, lo sport, la fantasy, gli aeromobili, mi disturbano non solo a livello personale, ma soprattutto per il discutibile valore metodologico dell’operazione. Per me, prendersela con Luke Skywalker è clickbaiting.

Per fortuna che alla fine, dopo ore e ore e ore di noia disagio imbarazzo angustia e l’impronta del termosifone sulla faccia, è arrivato Brunello Robertetti.

Donna, per qualsiasi cosa, non abbatterti.
Lascia fare alla contraerea.